Connessi ma soli

Data pubblicazione: 21/02/2025
Autore: Patrizia Arcangeli

Abbiamo tutti un amico su Instagram con cui scambiamo like a profusione, o un gruppo WhatsApp che sembra sempre attivo, ma ci siamo mai chiesti quanto di queste interazioni siano realmente significative?

Perché ci sentiamo più soli nonostante la tecnologia?

Siamo più connessi che mai. Ogni giorno postiamo foto, storie, interagiamo con centinaia di persone e condividiamo opinioni in tempo reale.

Molti si chiedono: ma perché nonostante tutta questa connessione, tendiamo a sentirci soli? 

La risposta non è così semplice come sembra, tuttavia è un fenomeno che sta aumentando ogni giorno ed é una realtà che in molti stiamo vivendo. Abbiamo tutti amici con cui scambiamo like su Instagram, con cui ci scriviamo regolarmente e ci inviamo video divertenti, ma ci siamo mai chiesti quante di queste interazioni siano davvero significative?

La tecnologia ha reso facile comunicare, ma lo rende sbrigativo.

Scorrere fra foto e post, ci fa sentire come se stessimo vivendo la vita di qualcun altro, rendendoci isolatidal nostro mondo. La comunicazione digitale è veloce e istantanea, ma manca di quel tocco umano ed empatico che solo una conversazione vera può darci

Molte volte si cade nell’illusione del tutto perfetto”, ciò che viene mostrato online. Veniamo bombardati da vite che sembrano perfette, felici, piene di avventure e soddisfacenti; tendendo così a metterle a confronto con la nostra, cercando di emulare il più possibile ciò che vediamo, con il risultato di sentirci costantemente inadeguati e infelici.

Diventa così un circolo vizioso, più vogliamo diventare perfetti più ci sentiamo insoddisfatti.

La tecnologia, ha reso il nostro mondo più grande ma ha anche modificato la natura delle nostre conversazioni. Siamo connessi sì, ma molte volte non in modo autentico. Incontri faccia a faccia, prendersi un caffè, conversazioni lente, silenzi, condivisioni di momenti, stanno diventando sempre più rari

L’illusione di essere connessi 

Abbiamo tutti un amico su Instagram con cui scambiamo like a profusione, o un gruppo WhatsApp che sembra sempre attivo, ma ci siamo mai chiesti quanto di queste interazioni siano realmente significative? La tecnologia ha reso facile comunicare, ma spesso lo fa in modo superficiale. Scorrere tra foto e post ci fa sentire come se stessimo vivendo insieme a qualcuno, ma in realtà potremmo essere completamente isolati nel nostro mondo, senza mai davvero connetterci“. La comunicazione digitale è veloce e istantanea, ma manca di quel tocco umano che solo una conversazione faccia a faccia può regalare.

La solitudine è un sintomo, non una condanna.

La tecnologia ha molte cose positive da offrire. Ma è fondamentale riconoscere che la solitudine non è una condanna. È solo un sintomo di un disagio più profondo, che può essere affrontato con una rinnovata consapevolezza.

La soluzione non è disconnettersi dal mondo digitale, ma trovare il giusto equilibrio.

Sappiamo che le vere connessioni si costruiscono nelle piccole cose: una chiacchierata senza fretta, un abbraccio sincero, un sorriso che non ha bisogno di parole. In un mondo che corre veloce, è ora di rallentare e riprendere contatto con la parte più autentica di noi stessi.

“Siamo sempre più connessi, più informati, più stimolati ma esistenzialmente sempre più soli.” Tonino Cantelmi (Psicoterapeuta).